Ferrari 156/85 F.1 1985

Fin dall'inizio dell'era Turbo la Ferrari ha presentato, con la sola eccezione del penoso telaio e aerodinamica del 126 CK, macchine che per prestazioni e soluzioni tecniche introdotte erano ai vertici assoluti del campo dei concorrenti.

Nel 1982, dopo le drammatiche perdite di Gilles Villeneuve e Didier Pironi, la Scuderia Ferrari dovette accontentarsi del Campionato Costruttori, il primo assegnato ad una macchina spinta da un motore Turbo.

Nel 1983 altro titolo Costruttori, ma un lieve passo indietro in termini di competitività assoluta.

Il 1984 con Michele Alboreto, un pilota italiano dai tempi di Arturo Merzario nel 1973, vide lo strapotere della McLaren MP4/2 TAG, lasciando al nostro soltanto una striminzita vittoria.

Il 1985 sembrava annunciarsi con le migliori premesse. Una aerodinamica aggiornata secondo i moderni dettami - McLaren docet - un pilota motivato e arricchito dall'anno di esperienza all'interno della squadra.

Perché allora questa vettura non ha consentito a Michele Alboreto di conquistare il titolo mondiale nel 1985?

Nella seconda parte della stagione, quando era necessario serrare le fila per chiudere il mondiale, la squadra sprofondò in un'incredibile crisi tecnica: fenomeni di pompaggio sui circuiti veloci, difficoltà nella messa a punto, affidabilità intaccata e rotture di propulsori e turbine a catena.

Le colpe? Forse la mancata identificazione di un responsabile che sapesse incanalare tutte le risorse tecniche ed umane, guerre di potere interne... ormai ha poco senso parlarne.

Gli annali riportano che alla fine fu Alain Prost, senz'altro meritevole ed efficiente, a conquistare nel 1985 il primo dei suoi quattro titoli.

Michele Alboreto, dopo la grande occasione che non aveva potuto afferrare, secondo la mia opinione non fu più lo stesso pilota, trascinando una stagione dopo l'altra fino all'addio alla Ferrari al termine del 1988.

Di lui mi piace ricordare la gara di Monaco del 1985, una gara comunque sfortunata, quando dominò gli avversari su tutti i fronti, ma fu relegato al secondo posto finale a causa di una foratura sui detriti lasciati dall'incidente Piquet-Patrese.

Ciao Michele...

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